Sinestesia dei sensi, in un evento che ha coinvolto un’intera comunità in Oltrepò Pavese, quella di Varzi “Borgo più Bello d’Italia”, dando vita a un ponte capace di giungere fino al Giappone, attraverso la contaminazione di arti, mestieri, riti e sapori. Una vera sintesi, associazione in un unico appuntamento di sfere sensoriali diverse (“sinestesia” il mantra), capace di valorizzare ogni parola, ogni gesto, ogni calice Doc e Docg versato e fetta di Salame rigorosamente Dop tagliata e degustata, in un incontro che si è fatto reale e digitale, antico e moderno, ma soprattutto che ha valorizzato realmente le eccellenze e la bellezza di un territorio che ritrova respiro e rinasce grazie all’ampliarsi degli orizzonti in quella grande visione capace di andare ben oltre il calice che è stata Vartweek 2023.
Vartweek 2023: perché l’evento è quello che serve oggi per parlare di Oltrepò Pavese e delle sue eccellenze
“La propria destinazione non è mai un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose”: così avevamo ricordato nell’introduzione della kermesse andata in scena dal 14 al 16 aprile scorsi citando lo scrittore americano Henry Miller.
E l’appuntamento nel “Borgo più Bello d’Italia” non ha fatto che confermare l’efficacia di un format, quello di Vartweek 2023, realmente capace di creare dialogo tra mestieri e universi, unendo l’arte contemporanea, la musica, l’eccellenza enogastronomica, i mestieri e l’artigianalità, fino a ritualità di mondi lontani che si sono fatti più vicini, finanche prossimi, grazie a un tema scelto per questa edizione, “l’arte ti guarda come un manga”, che ha messo in contatto, in un racconto lieve come un fumetto, Varzi con il Giappone.
Così, tra salami e vini identitari, murales e portici, è un nuovo modo di vivere, assaporare e respirare questo angolo di Oltrepò Pavese delle meraviglie quello che è stato possibile degustare, lentamente, approfittando di un percorso esperienziale tra mostre outdoor e indoor che ha risvegliato e amplificato lo spirito artistico che si cela nelle sue antiche cantine, luoghi di mestieri e sapori che si sono tramutati per l’occasione in mete di bellezza, condivisione e nuova conoscenza.

Attesa di una rinascita che oggi si è concretizzata, grazie a quello che è stato il contributo giunto da ciascuno degli attori saliti in scena per colorare di rinnovate tonalità il Borgo Medioevale alle porte dell’antica Via del Sale. Un itinerario diffuso, dove si è posto al centro proprio la valorizzazione di un territorio attraverso i suoi uomini e le sue donne, i suoi antichi mestieri e le eccellenze di sapori che si tramandano da millenni, tutto messo in dialogo con la contemporaneità di visioni ed espressioni artistiche che hanno portato l’arte tra i vicoli, fin nel cuore di Varzi, con lo straordinario palcoscenico della sala Consiliare di Palazzo Tamburelli, la sede del Municipio, a fare da sfondo di quelli che sono stati i tre laboratori multisensoriali che hanno animato il weekend artistico varzese.
Ed è proprio dei tre incontri che hanno posto sotto le luci della ribalta il meglio dell’offerta enogastronomica dell’Oltrepò Pavese, il binomio vino Doc e Docg e salame Dop, che si comprende perfettamente la necessità oggi di eventi come quello di Vartweek 2023.



Vino Doc O.P., bollicine d’arte Docg e Salame di Varzi Dop: i sensi in gioco nei laboratori multisensoriali
All’interno del variopinto e stimolante programma di Vartweek 2023, infatti, quelle che sono da sempre due delle punte di diamante di questa terra hanno trovato ampio spazio. Sempre presenti, che si trattasse di una chiacchierata attorno a un calice, come quella che ha visto coinvolti anche noi di WineCouture, orgogliosi media partner dell’evento, oppure negli incontri loro dedicati, laboratori multisensoriali, guidati da Gaia Servidio ed Emanuela Scatena, con Mimma Coppola a tendere teso il filo verso il Giappone, che sono serviti ad andare oltre la banalità di degustazioni che “viviseziona” i vini piuttosto raccontarli, quando quello che è oggi da trasmettere proprio a tutti è la comprensione di come il frutto della terra si trasformi in qualcosa di unico e inimitabile grazie a conoscenze e all’artigianalità del saper fare tramandati da millenni.
Quello che esattamente si può ritrovare in un calice di ogni sfumatura d’Oltrepò Pavese, Doc o Docg che sia. Ma anche in una fetta di Salame di Varzi Dop, da assaporare con tutti i propri sensi, per coglierne differenze, consistenze e tonalità a seconda della stagionatura.
Risveglio dei sensi: sinestesia che ci permette di unire sensazioni differenti tra loro per comprendere più in profondità quelli che sono i tratti identitari delle eccellenze dell’Oltrepò Pavese.

Si è iniziato dall’olfatto, senso “primario e primordiale”, perennemente attivo, indipendente dalla nostra volontà, poiché si collega alla respirazione. Percezioni che sono state ampliate dall’accostamento ai vini di spezie e frutti, tra pepe, frutti di bosco, ciliegie e mandorle, evocazioni di quell’identità che si sarebbe ritrovata nel calice, dove protagonisti di una caccia al tesoro sensoriale sono stati la Bonarda O.P. Doc Povromme Il Molino di Rovescala, il Pinot Nero O.P. Doc Torti l’Eleganza del Vino, l’O.P. Metodo Classico Docg Pinot Nero Quaquarini Classese 2015 e l’O.P. Metodo Classico Docg Pinot Nero Rosé La Travaglina Cruasé 2011.
E dopo aver svelato nel primo approccio degustativo l’associazione con i profumi della terra, l’assaggio di altrettante fette di Salame di Varzi Dop, ogni stagionatura corrispondente alla giusta etichetta per lei, a seconda dell’intensità dei sapori al palato e delle percezioni che regalano all’olfatto.


Ma le trame dell’Oltrepò sono proseguite anche nell’associazione che ha visto protagonista il tatto, qui vissuto in una forma differente da quella cui è abituale uso percepirlo. L’antica arte tessile giapponese è così entrata in dialogo con i calici Doc e Docg, vestendo i vini.
La Bonarda O.P. Doc Vanzini Con Tatto 2021 associata al tessuto Shibori, rugoso, voluminoso, elastico, con rilievi morbidi ma appuntiti, pungente, spesso, resistente, a sposare l’effervescenza vivace della bollicina in rosso.
Il Pinot Nero O.P. Doc Conte Vistarino Costa del Nero 2020 dalla tannicità vellutata, l’eleganza e la morbidezza associato alla scorrevole raffinatezza del tessuto Rinzu, setoso, fresco, flessibile, parzialmente e lievemente ruvido ma complessivamente levigato.
Poi l’O.P. Metodo Classico Docg Pinot Nero Finigeto 2005, con la fine cremosità della sua bollicina richiamata dal tessuto Chrimen con la sua texture increspata, ondulata, soffice.
Infine, il Buttafuoco O.P. Doc Club del Buttafuoco 2017, con la sua pienezza, struttura e tannicità che hanno incontrato il tessuto Tsumugi, ruvido, caldo, resistente ma morbido, rigido, non elastico.
Da ultimo, l’esperienza del laboratorio che ha messo alla prova la concentrazione e le percezioni sensoriali anche grazie al sottofondo musicale di Mauro Ferrarese accompagnamento di un degustazione realmente alla cieca (intesa come bendati), per un’esperienza vissuta al suo massimo nel coinvolgimento dei sensi e che ha visto protagonisti l’O.P. Metodo Classico Docg La Versa Collezione 2008, il Riesling Doc Ca’ di Frara Oliva, il Pinot Nero Doc Frecciarossa Carillo e il Sangue di Giuda O.P. Doc Paravella.
“Il Consorzio ha capito subito sin dalle fasi laboratori che questo evento aveva un valore che va al di là delle attività locali”, spiega a WineCouture Gilda Fugazza, presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, tirando un bilancio della partecipazione a Vartweek 2023.

“Abbiamo un territorio caratterizzato da eccellenze e senso artistico che si percepisce camminando nelle vigne, come mettendo il naso nei calici oppure dedicando tempo e passione all’arte”.
“Siamo pronti per i prossimi impegni per continuare ad allenare insieme i sensi di chi vogliamo sorprendere e anche i nostri. Siamo stati orgogliosi partner di Vartweek 2023 con il Consorzio di Tutela del Salame di Varzi Dop, che è un alleato di valore. Abbiamo avuto gli artisti di Vartweek 2023 presenti ai laboratori ed è stato bello emozionarsi con loro durante le degustazioni in una sala magnifica. Abbiamo proposto le nostre Doc e la Docg con le sue bollicine d’arte che rappresentano il fiore all’occhiello del territorio”.