È un re dei rossi di Toscana il miglior vino del mondo 2023 nella speciale classifica della celebre rivista americana Wine Spectator. Il Brunello di Montalcino Argiano 2018 diventa così il secondo Brunello ad aggiudicarsi il premio più ambito a livello globale, dopo l’affermazione di Tenuta Nuova di Casanova di Neri, nel 2001, e a 12 mesi dall’impresa sfiorata dalla Riserva 2016 di Fattoria dei Barbi, giunta seconda lo scorso anno. Tra le fantastiche 10 della Top 100 2023 di Wine Spectator, Italia ben rappresentata in graduatoria con la quinta piazza occupata dal Taurasi Radici Riserva 2016 di Mastroberardino e il settimo posto del Chianti Classico Marchese Antinori Riserva 2020 di Antinori. A completare il podio della classifica di quest’anno, un vino americano, l’Occidental Pinot Noir West Sonoma Coast Freestone-Occidental 2021, e un francese con il Bordeaux Château Lynch Bages Pauillac 2020.
Top 100 2023 di Wine Spectator: Italia in classifica tra i primi 10 anche con Mastroberardino e Antinori
La Top 100 2023 rappresenta un’istantanea di fine anno per la rivista americana Wine Spectator, con i vini scelti dai suoi redattori tra quelli che più li entusiasmati nelle degustazioni alla cieca.
A venire esaminati sono stati più di 9.200 vini, di cui 5.819 con un punteggio pari o superiore a 90 punti. Questo è stato il pool iniziale della selezione che ha condotto ai Top 100, valutati per qualità (in base al punteggio), valore (in base al prezzo), disponibilità (casse prodotte o importate negli Stati Uniti) e, soprattutto, pertinenza e storia dei vini, quello che Wine Spectator identifica come l’X-factor.
La graduatoria completa, che sarà svelata il 13 novembre, vede la California in primo piano grazie alla forza dei raccolti di Cabernet 2019, Chardonnay 2021 e Pinot Nero 2021. L’Italia, che rappresenta il 20% del totale, brilla invece grazie alla consistenza del Piemonte e della Toscana. Bene anche la Francia, con la Valle del Rodano in testa.
Da segnalare, spiegano da Wine Spectator, come quasi il 50% della Top 100 di quest’anno sia composta da aziende vinicole che hanno ottenuto il prestigioso ingresso in classifica per la prima volta. Se, poi, li punteggio medio è stato di 93 punti, il prezzo si aggira attorno ai 54 dollari. E anche se 13 vini costano 100 dollari o più, oltre il 60% di quelli presenti in classifica ha un prezzo di 50 dollari o meno, con più di un quarto a costare 25 dollari o meno.

Brunello di Montalcino Argiano 2018: è italiano il miglior vino del mondo 2023
In cima al podio è nella Top 100 2023 di Wine Spectator il Brunello di Montalcino Argiano 2018. L’Italia conquista la palma di miglior vino del mondo, con l’azienda ilcinese che entra nello special club dei vincitori della graduatoria, che per il Bel Paese conta solo grandi vini toscani: Sassicaia 2015, al numero uno nel 2018, Ornellaia 1998, premiato nel 2001, Solaia 1997, vincitore nel 2000, e il Brunello di Montalcino di Casanova di Neri nel 2001.
“Siamo felici per l’azienda senese guidata da Bernardino Sani, sotto la proprietà dell’imprenditore brasiliano André Santos Esteves”, commenta il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci, in merito al successo di Argiano.
“Questo premio, che vede per il secondo anno consecutivo la presenza di un Brunello sul podio di Wine Spectator, rappresenta un enorme riconoscimento per tutta la denominazione e conferma da una parte il rapporto virtuoso di Montalcino con gli investitori stranieri, dall’altra la capacità delle nostre imprese di esprimere la massima qualità anche in annate spesso accolte tiepidamente dalla critica”.


La qualità stellare dell’Argiano Brunello di Montalcino 2018 – cita nella presentazione la rivista statunitense – è frutto di oltre 10 milioni di dollari di investimenti realizzati nella tenuta in un decennio. Segno che nel mondo del vino, un cambio di proprietà o di paradigma stilistico può portare enormi benefici.
Argiano è una proprietà con 57 ettari di vigneto, di questi quasi 22 sono destinati al Brunello e 10 al Rosso di Montalcino. Citata dal Carducci a fine ‘800 (“Mi tersi con il vin d’Argiano, il quale è buono tanto”), la tenuta dispone di un wine relais nella villa cinquecentesca.