Investire per promuovere l’eccellenza made in Italy porta spesso a gravarsi di forti costi. Lo sanno le migliaia di esercizi in tutta Italia che rappresentano da sempre il primo avamposto della comunicazione dell’eccellenza tricolore, in particolare quando si parla di Food & Wine. Ma da quanto delinea il decreto attuativo firmato il 4 luglio che definisce i criteri per la concessione del “Fondo di parte capitale per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano”, per il Mipaaf esistono imprese di serie A ed imprese di serie B. Le enoteche italiane, infatti, sono state escluse dai destinatari della dotazione finanziaria pari a complessivi 56 milioni di euro, di cui 25 milioni di euro per il 2022 e 31 milioni euro per il 2023, a valere sulla Legge di Bilancio, fondo fortemente voluto dal ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli e finalizzato a promuovere le eccellenze della ristorazione e della pasticceria italiana. La misura prevede l’erogazione di agevolazioni fino al 70% dell’investimento, per un massimo di 30.000 euro per singola impresa, per l’acquisto di macchinari professionali e altri beni strumentali durevoli innovativi. Con i beneficiari indicati nelle sole imprese di ristorazione con somministrazione, le pasticcerie e le gelaterie iscritte da almeno 10 anni al registro delle imprese o in alternativa quelle che, nei 12 mesi precedenti la data di pubblicazione del decreto, hanno acquistato prodotti certificati Dop, Igp, Sqnpi (Sistema di qualità nazionale di produzione integrata), Sqnz (Sistema di qualità nazionale zootecnica) e prodotti biologici. Per la ristorazione la quota stabilita è fissata al 25 % degli acquisti totali, per la pasticceria e la gelateria al 5%. Mentre un bel nulla di fatto per le enoteche, che ogni giorno comunicano e diffondono le eccellenze dell’agroalimentare italiano, non solo nell’ambito vino.

La contraddizione: enoteche italiane in prima fila nella promozione delle Ig made in Italy, ma escluse dal Fondo a sostegno dell’agroalimentare italiano
Quelle delle enoteche in Italia è una realtà in forte crescita ma, troppo spesso, tralasciata dai tavoli decisionali dei ministeri. Appare del tutto evidente proprio dal decreto attuativo del “Fondo di parte capitale per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano”, dove queste attività di pubblico esercizio che promuovono l’utilizzo del prodotto agroalimentare italiano ad Indicazione Geografica non possono richiedere gli aiuti economici predisposti.
Una vera e propria contraddizione, soprattutto a fronte dell’evidenza dei numeri: sebbene le enoteche, infatti, si approvvigionino per il 34% totale di prodotti a Indicazione Geografica, superando di gran lunga il 25% dei ristoratori e il 5% di pasticcerie e gelaterie, questa categoria rappresentata da Vinarius (Associazione Enoteche Italiane) è stata esclusa. Con un ulteriore nota bene: il tutto senza considerare i prodotti vitivinicoli, che porterebbero la percentuale di acquisto a salire fino all’83,5%.

“Appena appresa la notizia abbiamo deciso di intervenire con prontezza e guidati dalla volontà di aprire un canale di dialogo con il Ministero: chiediamo l’integrazione delle enoteche, tra le categorie a cui questi aiuti spettano”, afferma Andrea Terraneo, presidente di Vinarius. “Allo stesso modo di ristoranti, bar, gelaterie e pasticcerie, anche le enoteche sono promotrici e grandi utilizzatrici di prodotti Dop e Igp, quindi riteniamo doveroso il loro inserimento nella lista presente nel decreto attuativo”.
Dopo due anni di profonda difficoltà causati dalla situazione sanitaria nazionale e in un momento di continua incertezza economica data dalla crisi energetica e delle materie prime anche le enoteche, come parte integrante della filiera agroalimentare, chiedono un sostegno economico e chiedono di potersi finalmente sedere ai tavoli di concertazione.
“Prendiamo sempre più coscienza del nostro ruolo di dialogatori con ministeri ed enti governati, soprattutto in una situazione di emergenza continuativa e con nuove normative uscenti che riguardano la filiera nel suo complesso”, continua Terraneo. “Serve un continuo confronto reciproco e paritario, anche se ci rendiamo conto di non essere ancora dentro i tavoli di discussione. Per questo e con il percorso messo in atto negli ultimi anni ci auguriamo di essere chiamati come rappresentanti di una folta e laboriosa categoria esattamente al pari delle altre. Un lavoro che quest’anno è culminato con il Concorso Miglior Enotecario d’Italia, organizzato insieme ad Aepi e capace di richiamare l’attenzione sulle enoteche e sugli enotecari italiani”.
Dopo la lettera inviata al Mipaaf venerdì 8 luglio, Vinarius si augura di ricevere una risposta collaborativa da parte del ministro Patuanelli, che già aveva manifestato in passato il desiderio di supportare gli esercizi commerciali che giornalmente lavorano per valorizzare e promuovere l’inestimabile patrimonio agroalimentare italiano. Con la speranza di non rivivere, come in diversi casi in questi ultimi due anni, altre settimane di ordinaria follia.