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“Per me, il Grillo rimane quello che bevo nel bicchiere”: l’Irlanda, l’Europa e il vino, una riflessione di Laurent de la Gatinais

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“Non credo serva mettere un bollino per risolvere il problema dell’abuso. Altri esempi non sono stati risolutivi, se non per fare stare bene le coscienze dei burocrati europei e degli stati promotori”. Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia, interviene con una propria considerazione in merito al dibattito che sta scuotendo l’Europa sul via libera all’Irlanda d’inserire alert sanitari su tutte le etichette di prodotti alcolici. “Assovini Sicilia promuove il consumo responsabile del vino valorizzando la sua storia, la sua cultura, la tutela dei territori e il suo valore economico”, evidenzia il numero uno dell’associazione siciliana e presidente di Rapitalà in merito agli Health Warning, sottolineando: “Nel caso degli alcolici, vino incluso, bisogna ricordarci che sono prodotti legati alla cultura e storia delle regioni e dei popoli europei. Come il Calvados, l’Armagnac e Cognac in Francia, il Whisky in Irlanda e Scozia, l’Acquavite in Germania, la Grappa in Italia, le Birre e Sidri nel Nord e Centro Europa. Si tratta di un valore storico e culturale per tutta l’Europa che non va demonizzato ma valorizzato e conosciuto, soprattutto dai giovani, alla stessa stregua delle eccellenze alimentari. Anche su queste ultime c’è, purtroppo, un tentativo di stigmatizzare la qualità con altrettanti bollini e punteggi”.

“Il Grillo rimane quello che bevo nel bicchiere”: l’Irlanda, l’Europa e il vino, una riflessione su Health Warning di Laurent de la Gatinais.

Tra Health Warning e farina di grillo: l’Irlanda, l’Europa e il vino, la riflessione di Laurent de la Gatinais

L’Irlanda si dirige ad inserire sulle etichette degli alcolici avvertenze come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e sul rischio del consumo in gravidanza. Health warning simili a quelli che oggi si trovano sui pacchetti di sigarette. Il via libera è arrivato dopo che, nel giugno scorso, il Paese membro Ue aveva notificato la norma alla Commissione Europea. Finito il periodo di moratoria, senza riscontrare opposizioni dall’organo esecutivo dell’Europa, nelle scorse settimane la procedura ha preso il largo e ora attende soltanto il parere dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) per poter entrare in vigore.

Forte l’opposizione da parte del mondo del vino, italiano ma non solo. E tra le riflessioni sul tema, anche quella del presidente di Assovini Sicilia, Laurent de la Gatinais, che aggiunge:

“È la cultura e la conoscenza la base dei cambiamenti nelle abitudini di consumo. Non dimentichiamoci che i prodotti enogastronomici di qualità rappresentano anche la conservazione e la tutela di vaste aree geografiche, di territori unici, che sono patrimonio di tutti”.

Proprio come nel caso siciliano. Secondo gli ultimi dati 2021/2022, l’export rappresenta oltre il 50% delle vendite degli associati di Assovini Sicilia. L’Europa è il primo mercato di destinazione per il 45% di loro, seguito da America (31%), Asia (16%), Oceania (6%), Africa (2%). 

“Il Grillo rimane quello che bevo nel bicchiere”: l’Irlanda, l’Europa e il vino, una riflessione su Health Warning di Laurent de la Gatinais.

“Non credo che gli health warning siano una minaccia all’export del vino siciliano”, tranquillizza de la Gatinais, concludendo poi con un auspicio e una battuta:

“Vorrei che l’Unione Europea fornisse una risposta unitaria, matura e cosciente senza lasciare la questione in mano ai singoli stati generando messaggi disomogenei e fuorvianti”.

“Mi piacerebbe vedere un primo nutriscore sull’Acheta domesticus e il Tenebrio Molitor, sui quali l’Europa è stata molto snella circa l’autorizzazione nella filiera alimentare. Per me, il Grillo rimane quello che bevo nel bicchiere”. 

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