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Tutti i trend del vino 2022 in Italia: export record, fuori casa su, soffre la Gdo

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Giunge la fotografia definitiva sui trend del vino 2022 in Italia. A scattarla è l’Osservatorio Federvini, in collaborazione con Nomisma e Tradelab, che racconta di un comparto, dove sono inclusi spiriti e aceti, dove negli scorsi 12 mesi si è registrato un andamento fortemente caratterizzato da fattori di discontinuità causati dal repentino aumento dei costi di produzione, di trasporto e dell’inflazione. Se l’Italia oggi rallenta la ripresa, con una crescita del Pil al 3,9% rispetto al 6,7% del 2021 e una previsione a 0,6% per il 2023, l’universo vini, spiriti e aceti esprime complessivamente un fatturato di oltre 17 miliardi di euro, esportazioni per oltre 9 miliardi di euro, pari al 22% del totale dell’export del Food & Beverage del Paese, circa 2.300 imprese e 30mila occupati, senza considerare l’indotto. Ma da segnalare è soprattutto un 2022 a due facce, tra Gdo e fuori casa.

Commenta Micaela Pallini, presidente Federvini: 

“Abbiamo chiuso un 2022 in crescita nei valori delle esportazioni, con una buona ripresa dei consumi fuori casa anche per effetto delle riaperture post pandemia ma con un andamento preoccupante sul canale Gdo del mercato interno dove a soffrire sono stati soprattutto i prodotti premium”. 

“Le previsioni per il 2023 non sono incoraggianti, da un lato il mercato interno è segnato da alti valori di inflazione e bassa crescita del Pil e dall’altro subiamo un attacco senza precedenti alla reputazione dei nostri settori per la tendenza a livello internazionale di non distinguere tra consumo e abuso di alcol, disconoscendo che un consumo consapevole e moderato è compatibile con uno stile di vita e una dieta equilibrati, come l’Italia dimostra meglio di qualsiasi altro Paese al mondo”.

Vini, spiriti e aceti in Gdo: un 2022 di sofferenza

Secondo le elaborazioni di Nomisma per l’Osservatorio Federvini, le vendite di vino in Gdo in Italia nel 2022 rispetto al 2021 si confermano in flessione del -1,8%, per un totale complessivo che sfiora i 3 miliardi di euro. 

Soffre la categoria Vermouth, -9,4% a volume accompagnato dal -5,4% a valore, ma soprattutto la categoria fermi e frizzanti che registra rispettivamente un -6,9% e -2,2%. Su quest’ultima categoria incide significativamente il più generale calo delle etichette Dop (-8,1% a volume) e Igp (-7,6%).

Tutti i trend di vino, spiriti e aceti nel 2022 in Italia: export da record, fuori casa in ripresa, soffre la Gdo il calo delle vendite.

Più contenute le perdite nelle vendite per gli spirits, dove si registra una leggera contrazione nel 2022: -0,6%. Nella categoria si segnala il +0,7% di distillati e acquaviti, al contrario degli amari (-4,8%) e dei liquori dolci (-5,6%). Prosegue il successo del gin sia in volume sia a valore.

Capitolo aceti, le vendite in Gdo nel 2022 fanno registrare un lieve calo (-0,5%) rispetto al 2021. Disaggregando la categoria osserviamo la continuità delle vendite dell’aceto balsamico (+0,8%), in flessione invece l’aceto di vino (-3,9%) e quello di mele (-5,6%).

Tutti i trend di vino, spiriti e aceti nel 2022 in Italia: export da record, fuori casa in ripresa, soffre la Gdo il calo delle vendite.

Export da record: il vino vale oltre 7 miliardi di euro

Positivi nel complesso i dati sull’export dei vini, che supera i 7 miliardi di euro evidenziando una crescita a due cifre nelle esportazioni verso Paesi quali Regno Unito, con +51,4%, seguito dal Giappone, a +25,1%, Canada, +17,9%, e Australia, +17,4%. Bene anche Stati Uniti, con +15,6%, e Francia, con +15%.

Tutti i trend di vino, spiriti e aceti nel 2022 in Italia: export da record, fuori casa in ripresa, soffre la Gdo il calo delle vendite.

Anche per gli spirits i dati dell’export sono positivi ed evidenziano come nel periodo tra gennaio e ottobre 2022 il comparto abbia fatto registrare un +29% rispetto allo stesso periodo del 2021, con il settore trainato dalla Grappa (+23%). Nel complesso le performance migliori vengono fatte registrare negli Stati Uniti, dove la categoria liquori registra +38% rispetto allo stesso periodo del 2021, e in Germania, dove la Grappa risulta ancora la più richiesta +33% rispetto al 2021.

Buone notizie anche dall’export degli aceti nei principali mercati di destinazione, con un incremento negli Stati Uniti (+30%), in Germania (+18%) e nel Regno Unito (+7%).

Tutti i trend di vino, spiriti e aceti nel 2022 in Italia: export da record, fuori casa in ripresa, soffre la Gdo il calo delle vendite.

Il mercato dei consumi fuori casa del 2022

Secondo le elaborazioni di TradeLab, il difficile contesto macroeconomico non rallenta il mercato dei consumi fuori casa che chiude il 2022 a 93 miliardi registrando quindi un valore che supera quello pre-pandemia del 2019, quando si era attestato a 85 miliardi di euro. 

Il mercato dei consumi fuori casa ha registrato nel 2022 un +33% a valore, con un picco nel Q1 del 2022 (+105%) rispetto al Q1 del 2021, dove ancora incidevano le restrizioni pandemiche.

Per quanto riguarda la categoria vino, il mercato dei consumi fuori casa arriva dai pasti come pranzo e cena, che generano il 75% dell’incremento complessivo della categoria. 

Gli spiriti rappresentano la categoria con le miglior performance: tra le bevande, al primo posto troviamo gli spiriti lisci (+88%), seguiti da cocktail alcolici (+32%) e, al terzo posto, quasi a pari merito tra di loro, amari e dopo pasto (+24%), vino (+24%) e bollicine (21%). 

Se prendiamo in considerazione il valore di mercato, anche per l’anno appena trascorso, la cena rappresenta la prima occasione di consumo con un valore di oltre 35 milioni di euro. A conferma del trend, la categoria ristorante si colloca al secondo posto tra i canali di consumo con oltre 1,5 milioni di visite, preceduta unicamente dalla categoria bar con oltre 4 milioni di visite nel 2022.

Da un punto vista geografico la crescita del consumo di cocktail e amari è concentrata al Nord e al Centro, per spiriti lisci il contributo più rilevante arriva dal Sud e isole, mentre per vino e bollicine l’incremento è distribuito in modo più o meno omogeneo su tutte le aree.

Infine, i dati Tradelab rilevano che il 98% dei Bar (146.803) che trattano gli spirits contribuiscono per il 13% al fatturato, pari a circa 2,6 miliardi di euro. Nei ristoranti, 142.120, il 93% somministra spiriti con oltre 200 milioni di consumazioni. Nei ristoranti di fascia alta, da ultimo, il 20% dei pranzi e delle cene vengono accompagnati dal consumo di spiriti.

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