L’evento più esclusivo del vino italiano. L’appuntamento dell’anno, per una serata da sogno che ha coronato un’intensa giornata di confronto faccia a faccia con i 65 produttori che sono parte e anima del Consorzio dei vini Bolgheri e Bolgheri Sassicaia Doc.
Non solo Sassicaia: l’en primeur dei Bolgheri Superiore Doc 2019 e la “Degustazione Diffusa”
Non è stata di certo una passeggiata questa prima edizione di Bolgheri DiVino, kermesse che ha riunito tutte le aziende associate alla Doc in una 24 ore di racconto della Denominazioni e del suo territorio.
Quella del vino di Bolgheri è oggi sempre più una Doc culto. Per un vero e proprio riconosciuto simbolo di eccellenza made in Italy. Come valore del prodotto imbottigliato, infatti, Bolgheri è di gran lunga la Denominazione col valore medio più alto in Italia.
Ma la conferma del suo successo a livello mondiale è attestata anche dall’indice del mercato globale del vino, il Liv-Ex, che nel 2020 ha visto tre etichette della Doc tra le 10 referenze più scambiate a livello internazionale.
Ma Bolgheri DiVino è stata molto più che solo un’occasione per mettere in mostra una riconosciuta eccellenza. L’evento, infatti, ha inteso lanciare una chiara indicazione. Quella di una reale unità d’intenti sul territorio: quotidianamente sviluppata dai protagonisti della Doc nel ricercare la qualità con le loro produzioni, esemplificata dall’attività del Consorzio di proporsi al mondo, non solo quello definito dal perimetro degli enoappassionati.
Già, perché se Bolgheri DiVino si è aperto con la maratona della degustazione tecnica en primeur dei Bolgheri Superiore Doc 2019, con la presentazione alla stampa di 53 etichette (dovevano essere 54, ma per una c’è stato un ripensamento in dirittura d’arrivo) della nuova annata che potrà essere posta in commercio solo da gennaio 2022 e di cui presto vi racconteremo i nostri assaggi, nel corso della giornata questa terra così vocata non ha mancato di mettere in mostra le sue molte facce.

Iniziando dalla varietà che contraddistingue le produzioni della Denominazione che si specchia sul mare della Costa Toscana. Un colorato mosaico di tipologie, tra bianchi, rosé e quei rossi che scelgono la strada del blend o dei monovarietali (in totale 159 etichette disponibili all’assaggio), che è stato protagonista della “Degustazione Diffusa” che ha coinvolto sette location simbolo della zona che hanno saputo farsi alla perfezione ambasciatrici della “Grande Bellezza” di Bolgheri.
Infatti, se l’occasione di questo tasting itinerante era un “primo contatto” col Bolgheri Rosso Doc 2020, i calici di tanti operatori, ma ancor più dei molti appassionati italiani e stranieri intervenuti, li hanno condotti alla scoperta del territorio in un esclusivo tour dell’eccellenza che ha toccato Tenuta Guado al Tasso, Guado al Melo, Donna Olimpia 1898, Ornellaia, Michele Satta, Campo alle Comete e Tenuta Argentiera.

La voce di quattro protagonisti di Bolgheri: parola a Tenuta Guado al Tasso, Poggio al Tesoro, Dievole, Caccia al Piano
Nel nostro tour pomeridiano tra le location della “Degustazione Diffusa” siamo andati alla ricerca di tutte le ultime novità e abbiamo avuto modo di confrontarci con alcuni dei protagonisti della Doc Bolgheri su quella che è la vendemmia 2021 che si è da poco aperta e sugli scenari di mercato.
Ecco cosa ci ha raccontato Marco Ferrarese, direttore ed enologo di Tenuta Guado al Tasso:
Parola a Marilisa Allegrini, titolare di Poggio al Tesoro:
A tu per tu con Stefano Capurso, managing director di Dievole:
Intervista a Nadia Fiorito, export manager di Caccia al Piano:
La cena show sul Viale dei Cipressi
A conclusione della 24 ore del vino di Bolgheri, la nota più glamour e scenografica: la cena da sogno sull’iconico Viale dei Cipressi.
È sufficiente elencare qualche numero per dare la prospettiva dell’unicità di un evento (ideato e organizzato da Scaramuzzi Team e con menù affidato alla Guido Guidi di Firenze) che si è sviluppato lungo i quasi 5 km di questa strada simbolo del vino e del paesaggio di Toscana.
I 2540 cipressi hanno fatto da cornice a una tavolata lunga 1070 metri, dove a sedere sono stati 996 ospiti, tra cui tutti i 65 produttori della Doc. Per una serata in cui sono stati distribuiti 3500 calici dai 136 sommelier presenti, che hanno gestito un totale di 7.500 bottiglie.
Ma, come si diceva in apertura, l’occasione è stata innanzitutto un momento privilegiato per offrire al mondo un segno.
E quello giunto dal Viale dei Cipressi tanto caro al Carducci ha rappresentato un magnifico messaggio di fiducia.
Per una ripresa che comincia a fare avvertire la sua sostanza. Ma soprattutto per una normalità di cui si ricomincia a delineare qualche solido orizzonte. Perché una cena, a volte, può essere molto più di una semplice, per quanto affollata, cena. E da Bolgheri il messaggio è arrivato forte e chiaro: il vino made in Italy è più vivo che mai.
