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Primo semestre 2022 del vino made in Italy: tutte le cifre e i trend

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Con la vendemmia 2022 l’Italia del vino mantiene il primato produttivo mentre quello del fatturato rimane in casa francese. La presentazione delle previsioni per la nuova annata è occasione anche per tirare un bilancio su come sta andando il mercato, scattando un’istantanea alle performance del vino made in Italy sul fronte interno e in termini di export nel primo semestre. Ecco cosa dicono cifre e trend 2022.

Lo stato dell’arte del vino made in Italy: cifre e trend del primo semestre 2022

“In termini di mercati l’Italia ha chiuso la campagna 2021-2022 con rialzi dei listini soprattutto nei vini al vertice della piramide qualitativa”, sottolinea Fabio Del Bravo, responsabile Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale Ismea, parlando degli ultimi trend. “Le prime battute della nuova campagna delineano uno scenario ancora incerto dove a pesare sono le molte incognite legate anche alle tensioni sui costi e alla logistica, che già lo scorso anno avevano creato preoccupazioni agli operatori ma che ora sono ancora più pressanti”.

“I buoni risultati produttivi stimati, a dispetto dei timori estivi sulla siccità, fanno sì che ci sarà disponibilità di prodotto di qualità anche in questa campagna e, mentre sul fronte estero la domanda sembra tenere seppur non con i brillanti risultati del 2021, su quella interna si evidenzia qualche segnale di cedimento negli acquisti presso la distribuzione moderna anche se si deve considerare il recupero del fuori casa”.  

Il bilancio del vino made in Italy: cifre e trend del primo semestre 2022. Sul fronte Export è record a valore di 3,8 miliardi di euro.

In tema di prezzi alla produzione, la campagna 2021-2022 si è conclusa con un bilancio piuttosto positivo. L’indice Ismea, infatti segna un +12% del settore vino made in Italy nel suo complesso in confronto alla campagna precedente, nonostante una produzione piuttosto abbondante.

Partendo dai vini comuni si registra un +19% per i bianchi, mentre per i rossi l’incremento si è fermato al 9%. In Spagna, nello stesso periodo, i prezzi sono cresciuti più che in Italia aiutati tuttavia da una vendemmia 2021 che ha registrato un calo produttivo del -21% sull’anno precedente.

Salendo nella piramide qualitativa l’indice Ismea dei prezzi alla produzione, segnala aumenti dei listini anche nelle Igt (+6%).

A confermare il buono stato di salute del mercato, nonostante le problematiche dei costi, c’è anche il dato relativo ai prezzi alla produzione dei vini Doc e Docg che, nella campagna appena terminata, hanno visto i prezzi medi crescere del +17%, con i bianchi che hanno sfiorato il +20% mentre i rossi si sono fermati sulla soglia del 16%.

Intanto, le prime battute della campagna di commercializzazione 2022-2023 evidenziano un lieve calo soprattutto sul mercato dei vini comuni sulla scia di quanto è accaduto negli ultimi mesi della campagna precedente. Segnali di indebolimento nelle contrattazioni dei vini da tavola si erano già avuti alla fine della primavera con problemi dovuti alle difficoltà di gestire ritiri a singhiozzo di merce di fatto già venduta.

Sulle sorti del mercato dei mesi prossimi peseranno anche i volumi delle scorte che, in attesa del dato ufficiale delle dichiarazioni di giacenza, al 31 luglio Cantina Italia colloca a 47,5 milioni di ettolitri rispetto ai 45,3 milioni del 2021.

Export: chiusura a giugno con il record a valore di 3,8 miliardi di euro

Sul fronte export, secondo le ultime elaborazioni su base Istat, l’Italia ha chiuso il primo semestre con il record in valore di 3,8 miliardi di euro, con un +13,5% sul pari periodo 2021, mentre è piatto il trend dei volumi esportati: +0,4%. 

I fermi e frizzanti imbottigliati segnano un +10,3% in valore ma cedono in volume l’1,2%. Inarrestabile la performance del comparto spumanti, che nella prima parte dell’anno sfiorano il miliardo di euro in valore, a +25,5%, con i volumi a +10,6%. 

In netta crescita – soprattutto per effetto dell’inflazione – il prezzo medio che sale del 13,1% e addirittura di quasi il 18% negli Stati Uniti, il cui mercato è tenuto in piedi anche dal dollaro forte. Nel primo buyer al mondo la crescita tricolore in valore è infatti del 13,3%, con i volumi in contrazione del 3,8%.

Analizzando la domanda, si evidenzia una buona tenuta dell’export nella componente valore, come detto sostenuto dall’andamento dell’euro debole rispetto al dollaro Usa e con in pancia una forte componente inflattiva di base data dall’impennata dei costi di produzione ed energetici, mentre sul fronte consumi si osserva una decisa frenata degli acquisti nei canali della Distribuzione moderna, bilanciata dalla totale riapertura dell’Horeca.

Il bilancio del vino made in Italy: cifre e trend del primo semestre 2022. Sul fronte Export è record a valore di 3,8 miliardi di euro.

Sul lato degli scambi internazionali, nel primo semestre dell’anno i principali Paesi (Russia esclusa, data la scelta di oscurare i dati dall’inizio della guerra) hanno visto calare globalmente i volumi dell’1%, dovuto a un mix di positività sulla componente spumante (+9%) e negatività sul segmento vini fermi confezionati (-3%), con gli sfusi a saldo zero. Sulla variabile valore, complice anche l’apprezzamento del dollaro americano sull’euro, il dato globale segna +4%, ma anche qui la dinamica vini spumanti e fermi è a doppia andatura: rispettivamente +19% per le bollicine, contro 0,4% per gli still wines.

Segmentando per trimestri, lato volume, la tendenza globale va verso l’appiattimento degli scambi: saldo zero nel quarto trimestre 2021 e nel primo 2022, -1% nel secondo quarto dell’anno. Qui il contributo viene dato non solo dai vini fermi, ma anche dalla spumantistica: le bollicine planano a +4% dopo aver viaggiato attorno a quota +15% da fine 2021 a marzo 2022. Mentre i vini fermi aggravano la già pesante situazione di fine 2021 e inizio 2022, piombando a -4%. 

È evidente che vi sia in atto una dinamica di ritracciamento, che sta spingendo i vini fermi verso 700-800 milioni di litri per trimestre contro medie pre-pandemia di 800-900 milioni. Sulla parte spumante, la fase espansiva è da considerarsi invece ancora in atto, anche se con toni più smorzati rispetto al recente passato.

Centinaio (Mipaaf): “Ora ridurre la burocrazia e sostenere il comparto con fondi adeguati”

“Nonostante tutti i fattori che rischiavano di penalizzare il nostro settore vitivinicolo, dall’aumento dei prezzi delle materie prime fino alla siccità, nel 2022 siamo ancora leader a livello mondiale per quanto riguarda la produzione, ma anche – a mio giudizio – a livello qualitativo, grazie all’altissimo livello che garantiscono i nostri produttori”, il commento del sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali con delega al vino, Gian Marco Centinaio, sulle performance tricolori del primo semestre 2022 del vino made in Italy.

“Compito del ministero è agevolare il loro lavoro, riducendo la burocrazia e sostenendo il comparto con fondi adeguati”. 

A tal proposito, l’esponente del governo aggiunge:

“Continuiamo a lavorare per intervenire sui nostri punti deboli, intanto una promessa l’abbiamo mantenuta. Abbiamo messo a disposizione 25 milioni di euro per la filiera in Italia per promuovere il vino anche nel nostro paese dove non è abbastanza conosciuto e quindi ci possono essere margini di crescita. Ringrazio i Consorzi perché abbiamo ricevuto da loro 63 proposte e speriamo di poter dare una risposta a tutti”.

Gian Marco Centinaio
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