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Vino italiano: la classifica di chi sale e chi scende

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L’annuale appuntamento con il report sull’universo vino italiano pubblicato dall’Area Studi Mediobanca, che quest’anno si è arricchito dei contributi dell’Ufficio Studi di Sace e di Ipsos, è tappa fissa per il comparto. Ma l’occasione non è solo il momento in cui tirare le fila sullo stato dell’arte del settore, scattandone la fotografia di trend e nuovi consumi. È anche (o forse soprattutto) il frangente in cui gettare uno sguardo su chi sale e chi scende. Stilando la classifica delle migliori performance, anno su anno, delle realtà che rendono grande il made in Italy enoico nel mondo. Ecco allora, chi è rimasto al top e chi ha dovuto invece cedere il passo nel complicato 2020 della pandemia.

Come l’effetto pandemia ha ridisegnato il vertice del vino italiano

Negli scorsi 12 mesi, il giro d’affari delle principali 50 aziende con fatturato nel 2019 superiore a 50 milioni di euro (61,4% di quello dell’intero panel), si è ridotto del 3,3% rispetto all’anno precedente. E quello estero, pari al 71% dell’export del campione nel 2019, è sceso dello 0,2%. 

Ma chi è riuscito meglio a governare la burrasca del Covid-19 e delle ripercussioni sul canale Horeca della pandemia?

In termini di performance, la leadership di vendite nel 2020 è ancora una volta appannaggio del gruppo Cantine Riunite – Giv, con fatturato aggregato tra le due anime di 581 milioni di euro (-4,4% sul 2019). Segue, ma nettamente distanziata in seconda posizione, un’altra cooperativa: la romagnola Caviro, il cui fatturato è cresciuto del 10%, avvicinandosi ai 362 milioni di euro. A completare il podio la veneta Casa Vinicola Botter, che con i 230 milioni di euro di giro d’affari, per un +6,4% sul 2019, nella classifica 2020 scavalca la toscana Antinori, che scivola in quarta posizione per via del calo del 12,5% che l’ha portata ad attestarsi lo scorso anno a quota 215 milioni di euro.

Il gruppo Cantine Riunite – Giv, con fatturato aggregato tra le due anime di 581 milioni di euro (-4,4% sul 2019), si conferma al vertice del vino italiano per performance anche nel 2020
Il gruppo Cantine Riunite – Giv, con fatturato aggregato tra le due anime di 581 milioni di euro (-4,4% sul 2019), si conferma al vertice del vino italiano per performance anche nel 2020

La top 10: il balzo in avanti della trentina Cavit, il 2020 da sogno di Iwb

La top 10 del vino italiano prosegue con un pool di aziende che sono state capaci di generare ricavi superiori a 200 milioni di euro: dopo la già citata Antinori, la trentina Cavit (fatturato 2020 pari a 210 milioni di euro, +9,6% sul 2019) fa un deciso balzo in avanti, guadagnando tre posizioni e scalzando al quinto posto la piemontese Fratelli Martini (208 milioni di euro, +1,1% sul 2019).

Altra performance da sogno, negli scorsi 12 mesi, quella di Italian Wine Brands, altra realtà del Piemonte: grazie a un incremento del business del +29,7% giunge a quota 204 milioni di euro di fatturato, passando dall’undicesima piazza alla settima.

A seguire, la veneta Enoitalia, che ha realizzato una crescita del +0,8%, portandosi a 201 milioni di euro, la trentina Mezzacorona, che scala una posizione da un anno con l’altro (+3,7% e 193,6 milioni di euro) e Casa Vinicola Zonin, con la realtà di Gambellara (Vicenza), che scivola al fondo dei primi 10 a causa di un fatturato calato del 9,3% (178,3 milioni di euro).

Entra in top 10 del vino italiano Italian Wine Brands, realtà piemontese guidata dal presidente e amministratore delegato Alessandro Mutinelli
Entra in top 10 Italian Wine Brands, realtà piemontese guidata dal presidente e amministratore delegato Alessandro Mutinelli

Chi è pronto a scalare la classifica del vino italiano

C’è chi poi resta fuori dalla Top 10, ma di certo in questo 2021 darà battaglia per riprendersi quanto perso: è Santa Margherita Gruppo Vinicolo, che paga un -9,2% (172 milioni di euro il fatturato 2020) e passa 11esimo. A seguire, La Marca (152,9 di euro, +8,7%), Terre Cevico (127,3 milioni, -3,9%), Mondodelvino (122,3 milioni di euro, +10%) e Cantina di Soave (120,8 milioni di euro, -11,2%).

A completare le prime 20 posizioni, si aggiungono (sempre in rigoroso ordine di arrivo 2020): Schenk Italia (117,5 milioni di euro, +5,7%), Contri Spumanti (107,1 milioni, +13,8% e un balzo in avanti dalla 24esima alla 17esima piazza), Ruffino (106,3 milioni, -19,4%), Frescobaldi (106 milioni, -12,9%) e Collis Veneto Wine Group (104,8 milioni, -3,8%).

A rimanere sopra quota 100 milioni, tra le realtà del vino italiane, anche Vivo Cantine (101,1 milioni di euro nel 2020, ma -6%), la divisione Wine di Campari (100,4 milioni, -9,2%).

Le ultime tre piazze tra i primi 25 sono poi occupate da Villa Sandi (91 milioni, -4%), dalla sorpresa della realtà siciliana Cantine Ermes (89,3 milioni, 1,2% di crescita nel 2020) e dal Gruppo Lunelli (86 milioni, -18,9%).

Santa Margherita Gruppo Vinicolo paga un -9,2% (172 milioni di euro il fatturato 2020) ed esce dalle prime 10 posizioni del vino italiano
Santa Margherita Gruppo Vinicolo paga un -9,2% (172 milioni di euro il fatturato 2020) ed esce dalle prime 10 posizioni

I best performer del 2020

Se si osservano da differenti prospettive i trend legati alle 50 aziende al top del vino italiano, in merito ai maggiori incrementi di fatturato nel 2020, Iwb domina la scena con un +29,7%. La realtà piemontese si colloca davanti alla Contri Spumanti con un +13,8%, a Caviro e Mondodelvino, appaiate a +10%, a Cavit (+9,6%) e La Marca (+8,7%), per chiudere con il +6,4% di Botter e il +5,7% di Schenk Italia. 

Per quanto riguarda l’indice di redditività, rappresentato dal rapporto tra risultato netto e fatturato, il 2020 vede in testa le società toscane e venete: Antinori (26%), Frescobaldi (24,5%) e Santa Margherita (24,2%).

Alcune aziende in classifica, poi, hanno una quota di fatturato estero molto elevata, in alcuni casi quasi totalitaria: Fantini Group tocca il 96,4%, Ruffino il 95,2%, Botter il 94,1%, Pasqua Vigneti e Cantine il 90,3%. E sotto questo punto di vista, solo 19 gruppi hanno una quota di export inferiore al 50% delle vendite.

Nell’indice di redditività, rappresentato dal rapporto tra risultato netto e fatturato, il 2020 del vino italiano vede in testa Antinori (26%)
Nell’indice di redditività, rappresentato dal rapporto tra risultato netto e fatturato, il 2020 vede in testa Antinori (26%)

Vino italiano: le “sorprese” che cambieranno il volto della classifica 2021

Attenzione, però, a come ora le recenti “evoluzioni” di mercato incideranno sugli equilibri dei prossimi anni. Nel corso di questo inizio 2021, infatti, il panorama vitivinicolo italiano è stato interessato da importanti cambiamenti.

A partire dall’operazione che ha visto il Fondo Clessidra acquisire la quota di maggioranza di Casa Vinicola Botter prima e di Mondodelvino dopo, ponendo le basi per la creazione di un nuovo player con circa 350 milioni di euro di fatturato.

Al contempo, Iwb ha trovato l’intesa per il controllo totalitario di Enoitalia, dando origine ad un gruppo con vendite che superano i 400 milioni di euro. 

Con i due “nuovi” player che, grazie all’aggregazione dei fatturati, scaleranno le classifiche di domani, andandosi a collocare al vertice dei produttori “privati” italiani. Se per Iwb ed Enoitalia si pronostica una facile seconda piazza in graduatoria il prossimo anno, il duo Botter e Mondodelvino andrebbe a insidiare Caviro, ponendosi quarto e proprio a ridosso per cifre di fatturato.

Ovviamente in attesa di scoprire se ci saranno nuove sorprese nei prossimi mesi, ma soprattutto chi farà registrare il migliore exploit in questo 2021.

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