Si conferma un primo quadrimestre di luci e ombre quello dell’export di vino italiano. A ribadirlo è l’Osservatorio di Unione Italiana Vini con l’elaborazione dei dati rilasciati oggi da Istat. I primi quattro mesi del 2022 chiudono infatti per le esportazioni di vino made in Italy col segno più, a fronte di volumi che toccano i 653 milioni di litri (+1,1%) e un corrispettivo a valore di 2,3 miliardi di euro (+12,6%), trend però condizionato dalla crescita dell’inflazione. Sono le bollicine a fare da traino, con numeri sempre più in ascesa.
Luci e ombre dell’export di vino italiano nel primo quadrimestre: i trend
Sull’export di vino italiano, ancora fortissimo, dunque, il traino della tipologia spumanti, i cui volumi destinati all’estero sono incrementati nel periodo di circa il 15% a fronte di un calo dell’1% dell’imbottigliato fermo e frizzante.
“Come previsto da Uiv”, ha detto il segretario generale dell’associazione del settore, Paolo Castelletti, commentando le elaborazioni su dati Istat, “con il mese di aprile gli ordini di vino made in Italy hanno iniziato ad accusare un primo rallentamento. Prevediamo, per i prossimi mesi, un’inversione di tendenza ancor più significativa, e questo non aiuta certo un comparto che sta già subendo un’escalation di costi di energia, trasporti e materie prime in grado di influire mediamente per circa il 30% sul prodotto finito. Un combinato a cui si aggiunge un incremento a fine giugno del vino in giacenza (+3,8% sul pari periodo 2021) – in particolare di Indicazioni geografiche (+7,6%) – che sta determinando speculazioni al ribasso sul fronte dei prezzi”.

Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Uiv, il mese di aprile ha segnato la prima contrazione negli ordini di quest’anno, sia in valore (-1%), sia soprattutto a volume (-11%), con segni meno sia per gli spumanti (-4%) sia per gli imbottigliati (-13%) e lo sfuso (-9%).
Sul fronte delle destinazioni, nel quadrimestre si allarga sempre più la forbice tra spumanti e imbottigliati fermi e frizzanti, con i primi che segnano crescite a volume in tutti i principali mercati (+6% negli Usa, +33% in Uk, +12% in Germania), e con i secondi in difficoltà negli Usa e in Germania (rispettivamente a -3% e -6%) ma in ottima salute in Canada (+15%) e Regno Unito (+7%).