Il Corriere della Sera proclama Francesca Moretti “Vignaiolo dell’anno”. Ieri la consegna dell’attestato, a Milano nella sede del quotidiano, dello speciale riconoscimento figlio della guida firmata dal vicedirettore Luciano Ferraro insieme al critico e @thewinekiller Luca Gardini. Alla presidente di Terra Moretti Vino è stato riconosciuto l’impegno a non arrendersi ai mutamenti climatici e a mettere in pratica una costante cura, attenzione e rispetto del territorio, tra sostenibilità e tecnologia.
Sostenibilità e lotta al cambiamento climatico con la tecnologia: perché Francesca Moretti è “Vignaiolo dell’anno” per Corriere e @thewinekiller Luca Gardini
La sostenibilità è un principio che da sempre guida Francesca Moretti ed il suo gruppo di lavoro: dalla conduzione biologica di Sella&Mosca, alla certificazione Equalitas per Teruzzi, fino alla messa a punto di un sistema di lavorazione della vigna, firmato Terra Moretti Vino.
“Noi abbiamo sei cantine, che sono situate in sei regioni diverse, e anche in queste aree abbiamo decine di territori con caratteristiche pedoclimatiche differenti, con una biodiversità unica per ogni vigna”, sottolinea la numero uno di Terra Moretti Vino.
“Abbiamo imparato che quel che vale per la Franciacorta non può valere per la Sardegna, pertanto abbiamo messo a punto un sistema di gestione della campagna firmato Terra Moretti Vino, che si traduce in agricoltura di precisione e enologia leggera. In poche parole, per trattare l’uva in maniera più naturale possibile in cantina, è necessario una cura maniacale della vigna, che impieghi la tecnologia come risorsa per essere sempre più sostenibili”.

Per il gruppo che conta oggi in portfolio realtà del vino che parlano di eccelenza tra Franciacorta (Bellavista e Contadi Castaldi), Toscana (Petra, Tenuta La Badiola e Teruzzi) e Sardegna (Sella & Mosca) è fondamentale, dunque, adeguare la viticultura ai grandi cambiamenti del tempo, da quelli climatici a quelli tecnologici lavorando a stretto contatto con università, fondazioni, e laboratori accreditati.
“Impieghiamo i cavalli in alcune vigne, mentre in altre stiamo mettendo a punto l’utilizzo di robot e di droni”, prosegue Francesca Moretti.
“Da una parte analizziamo i dati del satellite per capire lo stato di salute delle piante, dall’altro adottiamo la dendrochirurgia e la potatura manuale secondo il metodo Simonit&Sirch, per fare in maniera che le piante vivano il più a lungo possibile, abbiano radici forti e profonde e non subiscano stress idrici dovuti alla siccità. Con questo approccio il nostro patrimonio vitato – più di 1.000 ettari in tre regioni – è salvaguardato”.
Francesca Moretti ha ricevuto il testimone dal padre Vittorio nel 2020 e come presidente di Terra Moretti Vino ne persegue la visione, proseguendo nell’impegno di continuare a innovare nell’interpretazione dei territori presidiati con strutture avveniristiche.
Ed è proprio al padre Vittorio che Francesca Moretti dedica questo premio, concludendo:
“È lui che mi ha insegnato ad amare la terra, a rispettarla, ad averne cura per lasciare un mondo migliore ai miei figli, ai suoi nipoti. È lui che ha chiamato il nostro gruppo Terra Moretti, che è una promessa, una sfida, un impegno che ci prendiamo insieme nei confronti del futuro”.