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Quali sono stati i vini più costosi venduti all’asta nel 2022

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Un report interamente dedicato alle principali tendenze del mercato dei vini pregiati. È l’appuntamento che si rinnova, di anno in anno, con iDealwine, leader mondiale delle aste di vini online e prima casa d’aste in Francia. E anche per gli scorsi 12 mesi, non mancano le sorprese nel suo Barometro annuale che racconta con un’analisi dettagliata il mercato dei fine wines e delle loro principali tendenze nelle vendite all’incanto. Ecco i vini più costosi e ricercati all’asta nel 2022, i record regione per regione e quelle che saranno le tendenze del mercato dei vini pregiati per il 2023. E nel Barometro iDealwine 2022 a fare capolino sono anche i grandi vini italiani, sempre più ambiti dai collezionisti.

Il Barometro iDealwine: Bordeaux, Borgogna e Valle del Rodano le regioni dei record

Il Barometro annuale firmato iDealwine è una preziosa guida di oltre 160 pagine, contenente tutte le analisi e consigli utili per poter creare e gestire la propria cantina da collezionisti.

I dati contenuti all’interno di questo prezioso documento sono stilati sulla base di circa 200mila bottiglie messe all’asta ogni anno e permettono di identificare i vini più ricercati, i record regione per regione e quelle che saranno le tendenze del mercato dei vini pregiati per l’anno a venire. 

Il 2022 è stato un anno ricco di record e di sorprese per i fine wines. Negli scorsi 12 mesi, iDealwine ha organizzato in tutto 47 vendite all’asta, di cui nove collezioni private, per un totale di 197.928 bottiglie aggiudicate – eq. 0,75 lt – e un valore complessivo di 38,3 milioni di euro (+40%), commissioni d’acquisto incluse. 

L’anno passato si è caratterizzato per un generale fenomeno di aumento dei prezzi di aggiudicazione: il prezzo medio per bottiglia (eq. 0,75 lt) ha sfiorato i 194 euro (+39%). 

Quali sono stati i vini più costosi all’asta nel 2022 nel Barometro iDealwine. I vini italiani nel mirino dei collezionisti di fine wines.

Senza sorprese, anche nel 2022, sono state le regioni di Bordeaux, Borgogna e Valle del Rodano a primeggiare in termini di valore e volumi all’asta, rispettivamente con una percentuale del 73% e 83,6%. 

Tra le 14 regioni analizzate all’interno del report, insieme alle grandi icone emergono però tanti nuovi volti e astri nascenti del mondo del vino. Una delle più importanti protagoniste del 2022 è stata sicuramente l’Italia: la crescente ricerca dei fine wines italiani da parte dei collezionisti è un fenomeno piuttosto recente e che non sembra aver intenzione di arrestarsi.

Quali sono stati i vini più costosi venduti all’asta nel 2022 e i principali trend del mercato dei fine wines

Come anticipato, il 2022 è stato un anno ricco di record e di sorprese per i fine wines. Ecco quali ne sono state le principali dinamiche e trend, a iniziare da quelli che sono stati i grandi protagonisti battuti all’asta:

  • La tenuta più scambiata all’asta è stata Domaine d’Auvenay, con un totale di 386 bottiglie (eq. 0,75 lt) per un valore complessivo di 2,1 milioni di euro e un prezzo medio per bottiglia di 5.464 euro.
  • Il lotto più costoso del 2022 è stato un assortimento di 12 Grand Cru 2018 del Domaine de la Romanée-Conti (1 Corton, 1 Montrachet, 2 Échézeaux, 1 Grands-Échézeaux, 2 Romanée Saint-Vivant, 1 Richebourg, 3 La Tâche, 1 Romanée-Conti), aggiudicato per 84.320 euro.
  • La bottiglia più cara dell’anno è un Musigny Grand Cru del Domaine Leroy, venduta per 34.100 euro.
  • La bottiglia in formato speciale più costosa del 2022 è stata una Mathusalem (6 litri) di Petrus 2015, aggiudicata per 62.000 euro.
Quali sono stati i vini più costosi all’asta nel 2022 nel Barometro iDealwine. I vini italiani nel mirino dei collezionisti di fine wines.

Il 2022, osservandolo nel suo complesso, è stato un anno caratterizzato da due fasi contrastanti: se il primo semestre si è contraddistinto per un forte aumento dei prezzi, la seconda parte dell’anno, invece, ha registrato una netta flessione, nonché un ribasso per le quotazioni di certi vini il cui valore era salito alle stelle tra il 2021 e 2022, in particolare per alcune grandi icone come Leroy, Auvenay, Rousseau, Roumier, Bizot, Lachaux, Rayas e Grange des Pères. 

Un ribasso che, nonostante tutto, non compensa gli aumenti di valore osservati nel corso del primo semestre. Questo momento di tregua è legato al contesto geopolitico internazionale e alla crescente inflazione che ha spinto i collezionisti e amanti del vino ad essere molto più prudenti nei loro acquisti.

Quattro gli highlights degli scorsi 12 mesi:

  • La supremazia quasi incontrastata della Borgogna: prima regione in termini di valore (45,3% del totale aggiudicato, +65%) e la seconda per volume (22,8%) dietro Bordeaux (36,6%). Nel 2022, il prezzo medio per bottiglia per la regione Borgogna ha sfiorato i 384 euro registrando un amento di valore del 59%. I vini borgognoni occupano ben 31 posti nella Top 50 dei lotti più costosi aggiudicati su iDealwine e l’integralità della Top 50 delle bottiglie più care, nonché il primo posto nella classifica dei vini biologici e naturali
  • Forte aumento dei prezzi anche per la Champagne: la terra dalle rinomate bollicine è la seconda regione con il prezzo medio per bottiglia più alto, 259 euro (+42%).
  • I vini biologici, biodinamici e naturali sempre più presenti tra i vini più costosi aggiudicati all’asta: in cima alle classifiche dei vini prodotti nel rispetto dell’ambiente troviamo i vini degli emblematici Domaine de la Romanée Conti, d’Auvenay, Leroy e Leflaive, noti non solo per la qualità ed eccellenza indiscussa dei loro vini, ma anche per il loro approccio biodinamico. In generale, anche le quotazioni dei vini naturali hanno registrato notevoli aumenti e certe tenute hanno superato la soglia dei 1.000 euro a bottiglia. Ne sono un esempio tenute come Bizot, Selosse, Prieuré Roch, Domaine des Miroirs, Overnoy, Thierry Allemand e Jardins Esmeraldins.
  • La rarità come fattore preponderante: le micro-tenute, le produzioni dal profilo riservato e le vecchie annate quasi introvabili sono stati i principali fattori che hanno causato l’impennata dei prezzi per certe regioni.

I grandi vini italiani nel mirino dei collezionisti

Come vi avevamo anticipato nell’approfondimento dedicato, i fine wines italiani la fanno da protagonista nelle aste iDealwine ormai da diversi anni, rappresentando nel 2022 il 61% dei vini non francesi presenti nel catalogo delle vendite, contro il 39% del 2021. 

In termini di valore (+53%) e volumi (+32%), l’Italia è ormai l’ottava “regione” nella classifica delle regioni vinicole aggiudicate su iDealwine e dunque la più ricercata dopo i vini francesi.

I produttori più celebri, e da sempre più ricercati, del panorama vinicolo tricolore sono stati i protagonisti indiscussi di questo 2022. Che si tratti della Top 20 delle tenute più scambiate o della classifica dei lotti più cari, 19 posizioni su 20 sono occupate da nomi provenienti dalle prestigiose regioni del Piemonte e della Toscana. 

Quali sono stati i vini più costosi all’asta nel 2022 nel Barometro iDealwine. I vini italiani nel mirino dei collezionisti di fine wines.

La concentrazione della domanda su alcuni produttori di punta inizia a diventare una regola anche per i fine wines italiani. L’aumento di valore dei lotti più cari aggiudicati nel 2022 è un’evidenza, il loro prezzo medio è pari a 809 euro, ossia sette volte il prezzo medio del resto dei vini italiani aggiudicati all’asta nel 2022. Il Veneto è l’unica regione al di fuori della Toscana e del Piemonte ad apparire nelle Top 20.

L’Italia, come la Francia, possiede numerosi produttori che lavorano nel rispetto dell’ambiente. Questa tendenza è emersa all’asta anche per i grandi vini italiani, dove numerose realtà che utilizzano un approccio biologico e biodinamico nelle vigne hanno fatto capolino nelle aste del 2022. Se negli scorsi anni regioni come l’Abruzzo e la Lombardia (Valtellina, Oltrepò Pavese) erano apparse nelle aste di iDealwine, nel 2022 la vera protagonista per questa corrente di pensiero è stata la Sicilia: lo scorso anno sono state scambiate in tutto 204 bottiglie per questa regione e sono state diverse le tenute ad aver avuto successo, tra cui Frank Cornelissen e Tenuta delle Terre Nere.

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