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Come vanno le vendite di Champagne in Italia: numeri e trend del quarto mercato al mondo

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Si annuncia, dunque, una vendemmia 2023 importante, in termini di rese, per la Champagne. Come già vi avevamo raccontato in precedenza. Ed è una raccolta promettente che fa ben sperare non solo Vigneron e Maison, ma tutti gli appassionati. La vendemmia 2023, che si presenta ai nastri di partenza carica di speranze per quantità e qualità, rappresenta indubbiamente una buona notizia a Reims e dintorni, come lo era stata la 2022, dopo anni complicati per il mondo Champagne in termini di approvvigionamenti, non certo di popolarità. E così si confida che si possa tornare, anche in termini distributivi, a un trend che risponda con sempre più efficacia, per quantitativi disponibili e anche prezzi, alle richieste sempre più pressanti degli appassionati per bottiglie di qualità. Come nel caso italiano, dove la bollicina francese più amata al mondo, tra Millesimati, Dosaggi zero, Cuvée de Prestige, Rosé, sta volando, come ha dimostrato il 2022 da record che ha portato il Belpaese a essere il quarto mercato mondiale a valore. Vi ricapitoliamo qual è oggi lo stato dell’arte dello Champagne in Italia in termini di vendite e mercato.

L’Italia ama lo Champagne: come vanno le vendite nel quarto mercato al mondo

L’Italia ama lo Champagne. Se già non si era compreso, l’ufficialità è giunta dalla performance record fatta segnare nel Belpaese gli scorsi 12 mesi dalla bollicina più amata e conosciuta al mondo. 

I segnali, d’altronde, c’erano tutti. Dopo l’impennata delle vendite 2021, ci si attendeva un altro anno a tutto gas, come testimoniato anche dalle diverse rotture di stock registrate per tante etichette di Champagne già a inizio agosto 2022, e i numeri hanno confermato che oggi, per la più spumeggiante tra le eccellenze del vino francese, l’Italia è diventato un riferimento imprescindibile. 

Tanto importante da aver spinto negli scorsi mesi gli stessi vertici del Comité Champagne, l’ente che rappresenta le Maison e i Vigneron della regione, a fare tappa a Milano al gran completo per dare le cifre di un exploit che rappresenta un punto di partenza, non certo d’arrivo. 

Esperto, curioso e orientato alle cuvée di alta gamma: questo il profilo del consumatore italiano di Champagne ad emergere dai dati definitivi sulle spedizioni del 2022. 

Come vanno le vendite di Champagne in Italia, numeri e trend del quarto mercato al mondo: Millesimati, Dosaggi zero, Cuvée de Prestige, Rosé.

Un anno, lo scorso, che per l’Italia ha fatto registrare un doppio record storico: a volume, raggiungendo i 10,6 milioni di bottiglie (+11,5%), e a valore, con il giro d’affari ad essersi attestato a 247,9 milioni di euro (valore franco cantina e tasse escluse) in crescita del 19,1%. 

Cifre che hanno portato il Belpaese al quarto posto nella classifica dell’export di Champagne a valore, a fronte del sorpasso della Germania. Un elemento significativo, quest’ultimo, soprattutto se rapportato a volumi che vedono l’Italia in quinta piazza dietro i tedeschi, a ribadire che non sono cuvée qualunque quelle che i consumatori italiani prediligono.

Numeri e trend dello Champagne nel Belpaese: agli italiani piacciono Millesimati, Dosaggi zero, Cuvée de Prestige e Rosé

Già, perché gli appassionati in Italia si confermano grandi conoscitori di Champagne, muovendosi all’interno della profondità di gamma offerta: Millesimati, Dosaggi zero, Cuvée de Prestige e Rosé hanno rappresentato nel 2022 più di un terzo delle bottiglie giunte nel nostro Paese, con la restante fetta del mercato rappresentato dal 63,4% dei Brut Sans Année, per una performance da vertice in queste categorie superiori. 

Da segnalare, in particolare, la crescita degli Champagne a basso dosaggio, che costituiscono oggi il 5,1% a valore delle importazioni e confermano l’evoluzione dei gusti degli italiani: 15 anni fa, infatti, rappresentavano solo lo 0,1% del totale delle spedizioni. 

“I gusti degli italiani si distinguono da sempre nel panorama mondiale del consumo di Champagne per la particolare domanda di bottiglie di pregio”, ha spiegato nel suo passaggio milanese Charles Goemaere, direttore generale del Comité Champagne. 

“In questo scenario il settore Horeca ci appare particolarmente dinamico. Dopo la crisi sanitaria, nel 2022, i consumi in bar, hotel e ristoranti fanno presumere una netta ripresa, confermando che il fuori casa rappresenta ormai un’abitudine consolidata per i consumatori italiani di Champagne. I positivi dati delle spedizioni confermano inoltre che l’offerta è riuscita a soddisfare la domanda”. 

Come vanno le vendite di Champagne in Italia, numeri e trend del quarto mercato al mondo: Millesimati, Dosaggi zero, Cuvée de Prestige, Rosé.

Su quest’ultimo punto, in realtà, si potrebbe obiettare, dato che, viste le performance di vendita che hanno chiuso il 2022 all’interno del mondo Horeca tricolore, è quasi certo che a fronte di una maggiore disponibilità di prodotto, il mercato italiano avrebbe sicuramente fatto registrare crescite ancora più marcate. 

D’altronde, il consumo di Champagne è stato ampiamente sdoganato e oggi non è più esclusivamente confinato ai momenti di festa. 

“Il dinamismo a cui stiamo assistendo è dovuto essenzialmente allo sviluppo di nuovi mercati e di nuovi momenti di consumo”, ha confermato David Chatillon, presidente dell’Union des Maisons de Champagne e co-presidente del Comité. “Lo Champagne resta il vino delle celebrazioni, ma prende sempre più piede un suo consumo che potremmo definire informale”. 

Non è un caso se, a livello globale, nel 2022, le spedizioni totali di Champagne hanno raggiunto quota 325,5 milioni di bottiglie, in crescita dell’1,5% rispetto al 2021 e del 9,5% rispetto al 2019. In un anno che risente ancora in termini di offerta del passaggio a vuoto della programmazione produttiva nel frangente della pandemia, si parla del miglior risultato a volume, secondo solo al picco del 2007. 

Il 2022 ha fatto registrare anche un nuovo record a valore, con un giro d’affari che supera complessivamente i 6,3 miliardi di euro, a fronte di un export arrivato a rappresentare il 57% delle spedizioni, con 187,5 milioni di bottiglie, in crescita del 4,3%. 

“La nostra ambizione non è di cercare di fare di più, ma di fare ancora meglio, a beneficio delle generazioni future”, ha evidenziato Maxime Toubart, presidente del Syndicat général des vignerons e co-presidente del Comité Champagne, in concomitanza all’annuncio del lancio del piano che definirà la strategia globale per affrontare le sfide del decennio a venire. Un futuro, ci si può scommettere più di una bottiglia sopra, in cui l’Italia sarà sempre più un protagonista per il mercato dello Champagne.

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