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OltreDoc: l’Oltrepò Pavese del vino conquista Merano WineFestival

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Casa OltreDoc è una finestra sul red carpet, proprio di fronte all’ingresso del magnifico Kurhaus. Sta ad indicare il feeling del WineFestival di Merano con un Consorzio che punta ad elevare le sue Denominazioni e condivide la strada della qualità. Questa attenzione Helmuth Köcher non la dedica solo all’Oltrepò Pavese, ma con l’Oltrepò Pavese c’è un feeling di lungo corso. E si sente. E si vede. Ci sono amicizie, affinità, persino – lo dice lui – strade condivise tanti anni fa: quando nel 1992 anche l’Alto Adige del vino non era una referenza ai primi posti. Poi il suo Merano WineFestival ha tracciato una strada che va bene per tutti quelli che vogliono prenderla: quella della qualità. Ed eccola: la strada della qualità chiama e fa muovere amicizie e identità di pensieri. Come quella che collega, con il red carpet, il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese al Kurhaus, il Paradiso dei vini scelti e i suoi gironi, anche quello golosissimo della Gourmet Arena.

Da Gerry Scotti alle magnum speciali: l’Oltrepò Pavese incanta nel Paradiso del vino

I vini e i prodotti scelti da The Wine Hunter. Una selezione che ti dice già chiaramente, quando entri, che il Merano WineFestival è una cosa per pochi eletti (700 aziende) e tu sei come loro, con loro in Paradiso se vuoi conoscerle e degustarle.

Sono i vini selezionati, i vini scelti: “Non quelli che ti scelgono, ma quelli scelti da lui, i vini come le eccellenze”, sorride Fabiano Giorgi, produttore spettacolare dell’Oltrepò Pavese, festeggiato e premiato con il suo amico-socio Gerry Scotti al Teatro Puccini “opera” del Wine Festival. “I vini sono come le belle donne, ha ragione Helmuth a fare questa selezione”, dice patron Giorgi (Gerry Scotti) Wines. “Perché i vini bisogna sceglierli non farsi scegliere… E comunque, a parte le battute, essere qui è sempre emozionate, oggi come vent’anni fa”.

Sono questi e altri, tanti altri, come questi i sorrisi che vanno e vengono dal dentro e fuori del salone delle eccellenze del vino, sono il companatico di quella porta sul red carpet che apre e chiude a sorrisi, esperienze, degustazioni, assaggi, brindisi, magnum speciali (Collezione La Versa!) che entrano nel cuore, dalle bollicine al Buttafuoco, degustazione azzeccata a Casa OltreDoc, con la presidente Gilda Fugazza al debutto al Merano WineFestival felice di collezionare entusiasmo attorno alla sua terra del vino. 

Il presidente di Ersaf Regione Lombardia Alessandro Fede Pellone, invece, felice constata proprio a Merano in una degustazione a Denominazione di origine controllata e garantita la storica qualità di un calice di Asburgico, il Docg di Ersaf, azienda agricola sperimentale attiva a Torrazza Coste, dove il vino si fa e si studia non da oggi.

Condivisioni di genere ed esperienze a Merano WineFestival: 

Dentro e fuori una degustazione con Luca Giavi, direttore della Doc del Consorzio Prosecco che si concede “altre” bollicine ragionando di vino con Carlo Veronese, direttore del Consorzio Oltrepò. Sono condivisioni di genere ed esperienze, con il piacere di Merano e la sua bellezza attorno.

“Esserci è sempre importante”, sottolinea Veronese, “anche per lo scambio di idee e per la condivisione di un evento bello come questo, che resta sempre carico di fascino. E devo ringraziare il Gal Oltrepò Pavese perché ci premette di progettare e realizzare eventi di qualità in un contesto così unico e impossibile da replicare altrove, una rassegna che aiuta a costruire credibili progetti di qualità del vino, un evento che non ha mai abbassato l’asticella della qualità, semmai il contrario e il risultato si vede”.

Casa OltreDoc tra bollicine Metodo Classico, Riesling e Pinot Nero: l’Oltrepò Pavese del vino conquista Merano WineFestival.

Con Luigi Cremona, che non ha mai smesso di essere curioso ambasciatore del gusto, profondo conoscitore della terra dell’Oltrepò, una terra meravigliosa di vini e di cose buone, ci ribadisce sorseggiando un calice di bollicine da Pinot Nero.

Con amici mai stanchi di sperimentare, giornalisti e wine lover, conquistati anche dalla squisita gentilezza dei padroni di casa OltreDoc: Giada, Davide, Gaia. Pronti a servire calici e racconti di calici che attirano anche i più giovani (come loro) e miscelano Doc sulla strada moderna e smart della mixology: OltreMiTo (Bonarda Doc e Bitter Campari) e OltreBitter (Charmat e Bitter Arbej). 

Sei rosso o sei bianco? Alla fine, siamo tutti rossi, bianchi, bollicine. Purché ci sia la biodiversità della qualità e dei sorrisi di valore. “Qualità. Fa anche rima”, la chiude così Gilda Fugazza, donna di numeri più che di parole, presidente col pallino della sostenibilità. “Anche dei numeri, anche sociale perché il vino lo fanno gli uomini e poi lo devono anche vendere, appunto”.

Ed Helmuth The Wine Hunter è così d’accordo con lei, da augurarle un ottimo lavoro e brindare all’infinito del tempo, con un Magnum d’Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg Collezione La Versa che ha fatto del tempo la sua ricchezza.

Casa OltreDoc tra bollicine Metodo Classico, Riesling e Pinot Nero: l’Oltrepò Pavese del vino conquista Merano WineFestival.

Casa OltreDoc tra bollicine Metodo Classico, Riesling e Pinot Nero

Il dentro fuori di Casa OltreDoc fa sorridere la Docg, dai Pas Dosé per puristi dello Champagne di oggi, ai Brut, ai Cruasé, alla boule con i Riesling: Italico e Renano, escalation di sensazioni e sorprendenti assaggi per bianchisti, molti di loro sono attratti dal carismatico direttore del Consorzio, Carlo Veronese, profondo conoscitore del mondo del vino. 

E da una parte all’altra del banco d’assaggio – sempre messo a puntino – c’è una regista, sommelier di Casa OltreDoc: è Gaia Servidio, un vero direttore d’orchestra. Fa cantare i calici della crescente qualità delle Doc e Docg di questa terra lombarda ancora tutta da conoscere e promuovere. Se da una parte all’altra del banco ti fermi sei perduto. La bellezza sta nella degustazione completa. Di territorio. 

Casa OltreDoc tra bollicine Metodo Classico, Riesling e Pinot Nero: l’Oltrepò Pavese del vino conquista Merano WineFestival.

I focus sulle tipologie da ricordare entrano nel cuore: sono più di uno, ricchezza, altro che problema. Sono l’identità spumantistica (storica) del Pinot Nero in bianco e in rosé, sono i bianchi da marne di gesso che attraversano come una vena il cuore dell’Oltrepò. Sono i rossi da autoctoni con la Croatina che esprime tipicità e valore anche popolare, sa farsi capire da tutti per conquistare anche i più raffinati wine lover e dimostra pure di invecchiare benissimo, come il Rosso Oltrepò del resto.

Sono sua eccellenza Pinot Nero in rosso, eleganza e buon gusto, anche del tempo: si gioca con la freschezza, se la tira per la longevità. È un très chic che non scimmiotta nessuno: né la Borgogna, né l’Alto Adige per intenderci. Anche se il vitigno è internazionale, qui, in Oltrepò Pavese, c’è da più di 200 anni. Un tempo sufficiente per dichiararlo storico. E si capisce bene all’assaggio.

Fino al blend all’estremità del tavolo: che incanta ed è di uva non di vino. Un blend che raddoppia nei racconti che sfiorano l’aneddotica ma ci sta in un mondo tutto ancora da raccontare. Così la combinazione di Croatina, Barbera, Ughetta di Canneto e Uva Rara, quattro autoctoni per due dream team, diventa storia del rosso dolce dell’Oltrepò Pavese (il Sangue di Giuda) e storica eccellenza del Buttafuoco Doc (che vanta anche un Club di qualità – Il Buttafuoco Storico), vino importante dello Sperone di Stradella quasi al confine con l’Emilia, nella parte più a Nord dell’Appennino: grande struttura, un rosso da invecchiamento che per tradizione viene prodotto esclusivamente nell’area identificata. 

Non manca proprio niente in Casa OltreDoc. Non si perde la strada, gustando lentamente l’assaggio di questa terra, dall’antipasto al dolce: ma si deve seguire il filo, della biodiversità di 13mila ettari vitati, dove tutto viene bene, su colline che maliziose strizzano l’occhio al mare, verso la Liguria, prendono gli aliti ridenti dell’Emilia dall’altra parte del confine del grappolo, e scollinano verso il Basso Piemonte (era l’Antico Piemonte, Avanti Savoia!).

Casa OltreDoc tra bollicine Metodo Classico, Riesling e Pinot Nero: l’Oltrepò Pavese del vino conquista Merano WineFestival.

Prima di entrare o dopo quando si è già stato nel Regno della Qualità del Vino, il Kurhaus e saloni attorno, selezionato da The Wine Hunter (e giuria!) si può capire cosa significa promuovere e tutelare il lavoro di un Consorzio. Come vuole fare non da ieri Helmuth Köcher, campione di relazioni, ma anche di barra dritta della qualità e pedalare. Verso l’alto. Del resto: chi vince in qualità entra dalla porta principale, e nelle altre sale c’è sempre un filo teso di controllo che mette insieme: bellezza, sostenibilità, sorrisi, arte, buoni sapori, naturalità, possibilmente sorrisi. Come in Casa OltreDoc. Al Merano WineFestival. Di incanti non incantesimi.

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